Genlisea, affascinante e rara

di Rita Corino 

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Introduzione
Il genere Genlisea, appartenente alla famiglia delle Lentibulariaceae, comprende circa una trentina di specie carnivore originarie delle regioni tropicali africane e del centro e sud America dove condividono l'habitat con Drosera, Utricularia, Pinguicula, Heliamphora e Brocchinia. Crescono su prati semi inzuppati di acqua e poveri di nutrienti, in Sud America, oppure in zone sabbiose, sui Tepui venezuelani.
Le trappole carnivore sono foglie sotterranee la cui carnivoria è stata dimostrata solo nel 1998 nonostante il genere fosse riconosciuto già da inizio '800.
Le trappole sono foglie modificate quindi le specie di Genlisea non hanno un vero e proprio apparato radicale, sostituito proprio da queste foglie sotterranee che ancorano la pianta al terreno e che hanno la funzione di assorbire liquidi e nutrienti (immagine). Le foglie-trappola sotteranee hanno perso la pigmentazione ed anche la capacità di fare fotosintesi.
Le foglie basali sono disposte a rosetta e possono essere sia lineari che spatulate (immagini Genlisea subglabra.jpg, Genlisea roraimensis.jpg) e di dimensioni che possono variare da pochi millimetri (G. pygmaea) fino a 12 centimetri (G. guianensis)(immagini).

La trappola
La foglia trappola è certamente ciò che contraddistingue Genlisea ed affascina i coltivatori. A partire dalla superficie del terreno, all'incirca dal centro della rosetta, si sviluppa verso il basso un tubo cavo che contiene la vescicola, un rigonfiamento, molto simile alla trappola di Utricularia, dove avviene la vera e propria digestione delle prede che risalgono dal basso lungo la trappola stessa.
Continuando la discesa verso il basso, al termine di questo tubo cavo la foglia-trappola si divide in due bracci elicoidali ritorti nastriformi (piatti), simile alle stelle filanti di carnevale. I bordi di questo "nastro" presentano decine di fori attraverso cui le prede possono entrare all'interno della trappola. (immagine)
L'interno della trappola è ricco di peluria rivolta verso l'alto, cioè verso la vescicola superiore, e questo fa sì che le prede possano percorrere facilmente la trappola muovendosi verso l'alto (immagini Trappola1.jpg; Trappola2.jpg).
Lungo la trappola sono state rilevate strutture in grado di assimilare i nutrienti provenienti dalla decomposizione di quelle prede che muoiono lungo il tragitto verso la vescicola senza che quasi nulla vada sprecato!
Le trappole sono di diversa lunghezza, anche sulla stessa pianta, in modo da occupare spazi maggiori di terreno ed aumentare così la possibilità di essere raggiunte dalle prede. Ma perchè le prede entrano nella trappola di Genlisea? Erroneamente si sente parlare di "risucchio" per similitudine con Utricularia ma in verità al momento non sono noti meccanismi di attrazione delle prede; qualcuno ipotizza il rilascio di sostanze chimiche, ma questo non è accertato. Le prede forse vi entrano senza apparente motivo o forse credono la trappola una sorta di "caverna" buia che può fornire loro riparo e protezione.
Le prede più comuni sono protozoi, piccoli invertebrati, nematodi e anche microfauna (alghe).

Coltivazione
La coltivazione è molto semplice e nonostante le differenti specie crescano in luoghi della Terra distanti tra loro, sono riuscita a coltivare, riprodurre e far fiorire tutte le specie coltivandole all'incirca nelle medesime condizioni.
Coltivo le mie piante in terrari (immagine: Terrario.jpg) dove di notte la temperatura minima non scende al di sotto dei 15-18 °C, il livello idrico è molto alto fino a lambire il bordo del vaso. Rabbocco di quando in quando, lasciando scendere di uno o due centimetri il livello dell'acqua.
I miei vasi poggiano direttamente sul fondo dei terrari dove l'acqua stagnante forma alghe e depositi a noi poco graditi. Non pulisco spesso il terrario, come scritto prima Genlisea si nutre anche micro fauna e di quello alghe che si formano sul fondo del terrario.
L'insolazione nei luoghi di origine è molto forte quindi tengo le piante sotto tubi fluorescenti T5 con differente gradazione di colore, il cui numero dipende dalla dimensione del terrario.
I vasi devono essere alti almeno 10-12 cm. Nonostante le parte aerea della pianta sia di piccole dimensioni, le trappole sotterranee si sviluppano in lunghezze inaspettate (immagine Vaso Profondo.jpg). Ho provato diversi substrati senza apparenti cambiamenti nello sviluppo delle diverse specie, quindi oggi uso un mix composto al 70-80% di sabbia di quarzo e per il resto torba.
Negli anni ho pensato che lo sfagno vivo potesse essere di aiuto a mantenere un ambiente sano ed umido, l'idea non è sbagliata ma lo sfagno in terrario cresce più rapido di ogni mia specie di Genlisea ed ho quindi abbandonato l'idea optando per un substrato ricco di sabbia che ben si adegua all'ambiente costantemente immerso in acqua.

Fiori
Non è facile distinguere Genlisea da Utricularia senza osservarne le diverse trappole, ma i fiori dei due generi vengono in aiuto. I fiori di Utricularia hanno due soli sepali (immagine Utricularialongifolia.jpg), mentre quelli di Genlisea ne hanno 5 (immagine FioreGenliseaSepali.jpg). Quindi guardando il retro del fiore si può dedurre l’appartenenza all’uno o all’altro dei due generi. (immagine Fiore Genlisea roraimensis.jpg)

Impollinazione
La piccola dimensione dei fiori non è certo un vantaggio! L'impollinazione artificiale avviene esattamente come per Utricularia o Pinguicula (i tre generi appartengono alla stessa famiglia botanica delle Lentinulariaceae). Dotati di un'ottima vista e di un piccolo attrezzo per recuperare il polline (io uso i vecchi scapi fiorali secchi) si tiene il fiore tra l'indice ed il pollice di una mano come per aprirlo lungo l'asse verticale in modo da esporre l'interno del fiore stesso.
Con il sottile attrezzo si recupera il polline dall'interno del fiore e lo si deposita sull'ingresso dell'ovario che si presenta come una piccola lamella/apertura posta vicino all'imboccatura del fiore. Mani piccole, molta delicatezza ed una lente possono essere di grande aiuto! Ma con il fiore in una mano, il piccolo attrezzo nell'altra… la lente di ingrandimento deve essere tenuta da un collaboratore oppure posizionata su un treppiede.
Recentemente ho notato che in terrario alcune specie producono semi senza il mio intervento (G. hispidula).

Riproduzione
Genlisea si riproduce con estrema facilità per talea di foglia o di trappola, io utilizzo lo stesso substrato delle piante in coltivazione. La foglia deve essere interamente appoggiata sulla superficie del composto, in due o tre settimana dalla pagina inferiore della foglia emergono le prime trappole che entrano nel terreno (immagine Talea foglia capovolta.jpg); in seguito si formano diverse rosette che daranno origine a più piante.
Uso la stessa tecnica per la talea di trappola che si rivela una buon metodo poiché le trappole sono molto delicate e si rompono con facilità quando si maneggiano le piante.
Ogni tanto sullo scapo fiorale si sviluppano delle trappole (immagine Apomissi.jpg) e se le si appoggia sulla superficie del substrato crescerà una nuova pianta.
Far germinare i semi invece è molto difficile. Io ho avuto rari successi e solo con i semi delle mie piante dato che i semi devono essere molto freschi per avere possibilità di germinare. Si sparpagliano i piccoli semi sulla superficie del vaso senza interrarli portando il livello idrico a superare l'altezza del substrato, avendo cura di non far galleggiare i semi, fino quando non si vedono i primi germogli, a seguire si abbassa il livello dell'acqua.

Curiosità
Genlisea aurea si ricopre totalmente di una sostanza mucillaginosa per proteggersi dal sole. Ho passato diverso tempo a pulire la pianta credendo che si trattasse di alghe che avrebbero potuto danneggiarla, ma Genlisea aurea continuava a ricoprirsi di questa sostanza fino a quando, anni addietro, non ho letto di questa sua caratteristica e non mi sono più accanita!

Specie in coltivazione:
Genlisea africana (Calucinga, Angola)
Genlisea aurea (Chapada dos Guimaraes, MG)
Genlisea exhibitionista
Genlisea filiformis
Genlisea flexuosa (Grao Mogol, Minas Gerais, Brazil)
Genlisea flexuosa 'violacea giant'
Genlisea glandulosissima (north of Kasama, Zambia, 1000 m)
Genlisea hispidula (Pretoria, South Africa)
Genlisea hispidula
Genlisea hispidula - slightly hairy leave (Calucinga 1780m, Andulo, Bié, Angola)
Genlisea lobata (Espirito Santo, Minas Gerais, Brazil)
Genlisea margaretae (Kalucina)
Genlisea margaretae
Genlisea nigrocaulis "lowland form"
Genlisea oligophylla
Genlisea oxycentron (Vigia, Para, Brazil)
Genlisea pygmaea (Matto Grosso,Brazil=
Genlisea repens
Genlisea roraimensis (Cerro Huachamacari, Venezuela)
Genlisea subglabra
Genlisea violacea (Serra do Cipo, Minas Gerais, Brazil)
Genlisea violacea (Couto da Magalhaes,MG, Brazil)

Pubblicazioni

Bibliografia
Andreas Fleischmann (2013), Monograph of the Genus Genlisea, Redfern Natural History Productions, PooleEd. Redfern.

 

Drosos.it di Rita Corino